Belenn, Mariah De Filippis e la doppietta

Belenn, Mariah De Filippis e la doppietta
«Senti, Mariah. Tu e tuo marito avete ancora un’attività sessuale?»
«Eh, eh, ti sembrerà strano, ma qualcosa facciamo ancora. L’urologo ha detto che si deve svuotare almeno una volta alla settimana. Così il sabato sera abbiamo stabilito l’ora della sega. Verso mezzanotte, quando va a letto, lo raggiungo e gliene sparo una.»
«Gli si rizza ancora?»
«No, rimane tutto moscio. Abbiamo provato anche col Viagra e col Cialis, ma niente. Glielo succhio un po’, lo meno forte e lui dopo un minuto o due sborra.»
«Quindi, scopare, non scopate più.»
«No, sono anni che ormai non ci riesce più a ficcarmelo dentro.»
«E tu come fai? Lui non ti dà piacere?»
«A volte, mentre gli faccio qualcosa, mi mette un dito nella fica e mi sgrilletta un po’, ma lo fa più per aumentare il suo piacere. Non per me.»
«Oh, cazzo! Non ci posso credere.»
«Non lo fa per egoismo. Se fosse per lui il sesso lo avrebbe già messo da parte da molto tempo. Ma io voglio stimolarlo lo stesso, perché credo che gli faccia bene.»
«E lui non ti fa niente? Intendo non ti lecca, non ti sditalina per portarti all’orgasmo?»
«Poverino, non ce la fa. Si stanca. Credimi, non vive bene il fatto che non riesca a soddisfarmi come si deve.»
«Merda, ma anche tu avrai bisogno di godere per bene!»
«Ovvio che sì! In qualche maniera mi sono organizzata anch’io. Ho comprato un paio di vibratori. Dopo averlo fatto sborrare, mi masturbo col giocattolo, vicino a lui.»
«Mariah, dammi retta, così non puoi andare avanti. Dimmi, quanto tempo è che non ti fai una scopata come si deve?»
«Ah, ah! Non ci crederai se te lo dico. Saranno quindici anni.»
«No, no, così non ci siamo! Non lo voglio nemmeno più sentire. Adesso ci penso io, organizziamo una bella orgia con due stalloni da monta come dico io. Ora, per far fronte all’emergenza, te la voglio leccare come Dio comanda.» Belenn si avvicina a Mariah e cerca di alzarle la gonna nera attillata, con lo spacco posteriore.
«No, lascia perdere, non c’è bisogno, davvero.» Belenn è determinata e non sente ragioni. La sua mano sale su fino a palpare il pacco della fica, da sopra il perizoma. Si sofferma a massaggiare, giusto per convincere la sua amica. «Oh, ah… Belenn, cosa stai facendo, se continui mi fai godere, non sono fatta di legno.»
«Ne hai bisogno, Mariah, lasciati andare, rilassati.» Belenn scosta di lato il perizoma e fa scorrere il dito su e giù sulle piccole labbra, per poi affondarlo lentamente dentro la vagina. La masturba focosamente, facendo pressione col palmo della mano sul clitoride. Ormai la gonna è tutta alzata e forma una fasciatura sulla pancia.
«Ah, sì, Belenn, mi fai godere.»
«Godi, Mariah, godi.» La soubrette si inginocchia e allarga con i pollici piccole e grandi labbra, mettendo in evidenza l’ingresso della vagina. La penetra delicatamente con la lingua. L’odore di spaghetti allo scoglio misto all’urina è pungente, ma non si può dire che Belenn sia un tipo schizzinoso e prosegue la sua leccata, soffermandosi a lungo sul clitoride. Mariah produce umori in abbondanza, bagnandole la bocca e perfino il naso. Ogni tanto emette gemiti di goduria.
«Sì, così, continua ti prego, non fermarti. Erano anni che non godevo così.» Slap, slap, la lingua prosegue il suo movimento ritmico sul grilletto, come se fosse il pennello dell’imbianchino. «Oddìo! Godo, eccomi, eccomi, vengo!» Con le mani preme sulla testa della sua amica, come se avesse paura che interrompa il lavoro di bocca. Ma non c’è questo pericolo, perché Belenn aumenta la velocità, facendo frullare la lingua come uno spazzolino elettrico. «Vengo! Vengo!» si piega sulle gambe, mentre l’addome si contrae involontariamente. L’orgasmo la pervade dalla testa ai piedi e grugnisce come una cagna in calore. Finalmente una leccata di fica come si deve, dopo tanto tempo. Anzi, una così non le era mai capitata, nessun uomo era mai riuscito a darle piacere con la lingua in quella maniera. Solo una donna poteva riuscirci.
Adesso può bastare, si ritiene soddisfatta e spinge dolcemente indietro la testa di Belenn. Lei si tira su in piedi e le dà un bacio sulla bocca, tirando fuori anche un po’ di lingua, per farle assaggiare gli umori che ha prodotto.
«Allora, che ne dici? Non avevo ragione che ne avevi bisogno da morire?»
«Dio, Belenn, come lecchi bene. Sei una gran porca, non ti credevo così disinibita.»
«Cara Mariah, non è finita qui. Vedrai che per domani ti organizzo anche una bella orgia con due cavalli di razza. Adesso hai bisogno di un cazzo come dico io!»
«Dai, non importa. Hai già fatto molto. E poi non lo so se ce la farei a cornificare Mauro con un altro uomo.»
«Non la fare così drammatica. Non sono corna, mica ti devi innamorare, è soltanto divertimento.»
L’indomani Belenn si alza presto, va in palestra per l’allenamento quotidiano, passa dall’estetista e poi va a fare shopping. Qualche indumento sexy per la serata che ha in mente ci vuole. Un mini perizoma tutto trasparente davanti, calze a rete nere aperte e un baby doll da far rizzare il cazzo anche a un morto.
Verso le due del pomeriggio, dopo essersi fermata per uno spuntino, entra nell’agenda del suo i-Phone X e digita Franco Febbraio. Fa partire la chiamata. Solo due squilli e risponde.
«Belenn! Ti stavo proprio pensando, ormai non credevo che ti saresti rifatta viva!»
«Franco, lo sai che nel momento del bisogno ci sei solo tu!»
«Pensavo che l’emergenza fosse passata. Non stai ancora con quel bell’imbusto?»
«Eh, eh. Si chiama Giovanni e sì, stiamo ancora insieme, ma l’emergenza è per una mia amica.»
«Ah, peccato, speravo di incontrarti.»
«Non credere che ti lasci da solo con lei, vengo anch’io!»
«Bravissima, adesso ti riconosco!»
«Senti, questa mia amica è proprio messa male… Ci vorrebbe una doppietta.»
«Per quello non c’è problema, quando la volevi fare?»
«Stasera?»
«Stasera va benissimo, anche se avevo un altro impegno, per te mi libero senza ombra di dubbio. Dove?»
«A casa mia come al solito, facciamo alle dieci. Ehm, sempre sette e cinquanta?»
«Non ti preoccupare, per quello ci mettiamo d’accordo dopo. La cosa più importante è che siate soddisfatte, poi sarete voi a decidere.»
«Sei un vero gentiluomo, ti adoro! Sai già chi viene con te?»
«Stasera credo sia libero Giuseppe. È uno nuovo del giro, non lo conosci, ma ti assicuro che è fantastico.»
«Mi fido di te, mi raccomando! Ciao, a stasera.»
«A stasera!»
Belenn abita in un attico di Roma, all’ultimo piano di un lussuoso palazzo del centro. È un appartamento di duecento metri quadrati, in stile ottocentesco. Ci sono numerose persone che si occupano di lei, che fanno le pulizie, lavano, stirano e cucinano piatti deliziosi. Il suo compagno non c’è, è fuori per lavoro e rientrerà soltanto tra qualche giorno. Terminata la cena guarda la tivù e aspetta che il personale di servizio se ne sia andato. Una volta sola, è libera di prepararsi come si deve. Doccia e poi davanti al guardaroba. Si infila il perizoma e le calze sexy aperte sul davanti. Poi scegli un vestitino corto rosso, semplice, se non fosse per uno spacco che arriva fin quasi al culo.
Trucco e capelli, perfetti. Anelli, collanine e braccialetti per completare l’opera. Naturalmente tacchi a spillo. Alle nove e trenta arriva Mariah, puntuale come si era raccomandata.
«Ehi, come siamo belle!» dice Belenn alla sua amica non appena entra in casa.
«Grazie, troppo buona. Io non sono più giovane come te. Tu sei veramente bella. Io cerco soltanto di difendermi.» Indossa un completo elegante nero, con pantaloni larghi, giacca e camicetta bianca. I capelli sono raccolti. Con il trucco, invece, si può dire che abbia osato, molto sexy e aggressivo.
«Ti prego accomodati sul divano. Aspettiamo i nostri amici!»
«Dai, stai dicendo sul serio? Hai invitato due uomini?»
«Ovvio che sì! Chiamarli uomini è un po’ riduttivo. Direi più… stalloni da monta.»
«Mi stai mettendo ansia, non so se sarò all’altezza.»
«Non ti preoccupare, sono dei veri gentiluomini. E ci faranno divertire. Sono spogliarellisti, sai?»
«Ah, ah, mi scappa da ridere. Non ho mai fatto una cosa del genere.»
Alle dieci meno cinque Belenn accende lo stereo a tutto volume. Hits musicali pop del momento, ritmate e ballabili. La musica si diffonde nel salone centrale dove c’è l’ampio divano su cui sono sedute.
Alle dieci in punto suona il campanello.
«Eccoli!» Belenn va ad aprire alla porta.
Due energumeni alti un metro e novanta, muscolosi come dei culturisti, fanno irruzione. Si dimenano e ballano al ritmo della musica. Sono vestiti con smoking e papillon, abbronzati e capelli corti con la divisa. Hanno in mano due pacchi regalo che consegnano subito alle due donne. Le quali accettano ridendo e mettendosi sedute sul divano per godersi lo spettacolo.
I due ballano come forsennati, Mariah si chiede se deve aprire subito il pacco. Belenn la guarda maliziosa e le dice di guardare cosa ci sia dentro. Detto fatto, dentro il pacco c’è un fallo di gomma di circa venticinque centimetri, estremamente realistico, comprese le palle enormi appese. Mariah ha un sussulto e se mai avesse avuto dei dubbi, ora ha ben chiaro che quella sera non si parlerà di filosofia.
Intanto si sono tolti giacca e camicia e mostrano i loro pettorali come dei pavoni pieni di testosterone. L’addome a scacchiera sembra il carapace di una tartaruga. Si avvicinano e le invitano, orgogliosi, a toccare i loro muscoli. Le due amiche non si tirano indietro e accarezzano quei toraci possenti.
«Franco, sei proprio in piena forma», dice Belenn con un sorriso stampato sulle labbra mentre gli titilla i capezzoli.
«E tu sei stupenda come al solito.» Poi lo stripper si rivolge a Mariah. «Che onore, lei deve essere la signora De Filippis.» Mariah annuisce divertita. «Incantato», e le bacia la mano. Adesso le balla davanti, mentre il suo amico Giuseppe si è spostato verso Belenn.
I due sono affiatati, eseguono i movimenti in contemporanea, come se lo avessero fatto centinaia di volte. Senza esitazione si mettono le mani sui fianchi e, con uno strattone deciso, si tirano via i pantaloni. Indossano soltanto le scarpe ed un minuscolo perizoma che copre i randelli come un sospensorio. I potenti glutei sono completamente scoperti e vengono agitati e messi in mostra in maniera oscena. Agitano il batacchi e si avvicinano di nuovo alle signore per permettere loro di toccare i culi nudi.
Ancora una volta non si tirano indietro e accarezzano e palpano quei muscoli duri come il marmo. Ormai l’atmosfera è incandescente, Mariah inizia ad eccitarsi, curiosa di vedere cosa cela l’ultimo pezzo di stoffa ancora da togliere. Non deve attendere molto, perché i due spogliarellisti già stanno giocando con i loro perizomi, stiracchiandoli ora a destra, ora a sinistra, facendo intravedere qualcosa per poi ricoprirsi velocemente.
Il momento fatidico è arrivato. In contemporanea si denudano completamente con un movimento rapido, sguinzagliando i loro enormi uccelli. Mariah non crede ai suoi occhi, sono proboscidi ancora flaccide, ma già così sono più lunghi di tutti i cazzi duri che ha visto nella sua vita. Di sicuro siamo sopra i diciotto centimetri, completamente rasati e lucidi.
Franco ha la cappella scoperta, mentre quella di Giuseppe è ancora incappucciata nel prepuzio. Le due amiche si guardano, ridono di gusto e fanno espressioni di stupore e apprezzamento, mentre i ballerini fanno roteare in aria i loro membri muovendo il bacino a tempo di musica. Si toccano, si scappellano e diventano più duri, oltrepassando i ventidue o ventitré centimetri.
Col cazzo in mano si avvicinano di nuovo alle bocche delle due signore, che sono ancora sedute sul divano a godersi lo spettacolo. Belenn non ha esitazioni, afferra l’uccello e le palle di Giuseppe e inizia a succhiare avidamente la cappella andando su e giù con la testa. Mariah è più titubante. Guarda il grosso membro che ha davanti e poi guarda negli occhi il suo partner. Si convince alla fine a prenderlo in mano. «Hai detto che ti chiami Franco?» chiede mentre inizia la sega.
«Sì, al tuo servizio.»
«Quanti anni avete?»
«Io trenta, il mio amico venticinque.»
«Sai, io ne ho cinquantasette. Stasera ti è andata male. Ti potevi fare Belenn e invece, a quanto pare, ti sono toccata io.»
«Non preoccuparti, la serata è lunga e abbiamo appena iniziato.» Mariah va giù con la testa e lo spompina. Ogni tanto apre gli occhi e guarda verso Belenn che si è già tolta il vestitino per permettere a Giuseppe di ficcarle un dito nella passera, mentre lui si gusta il bocchino. Le calze aperte davanti sono sexy da morire e quel piccolo perizoma che è stato spostato di lato è un amore. Belenn è bellissima, con quelle gambe lisce e tornite e la fica completamente rasata. Le tette stanno su come due missili e fanno invidia a Mariah che però si eccita ancora di più guardando la scena.
Improvvisamente si rende conto che è l’unica ancora vestita. Così si toglie i pantaloni, orgogliosa di indossare anche lei dei collant aperti davanti. Non si è messa l’intimo e sfoggia una fica con un cespuglietto peloso sopra il clitoride e le grandi labbra rasate. Si toglie pure la camicetta, ma lascia il reggiseno facendo fuoriuscire le tette. Così ci siamo, e riprende a succhiare il cazzo.
Mentre lavora di bocca le sue mani si intrufolano tra i coglioni, palpano il culo, accarezzano addominali e pettorali. Si eccita come una pazza, sente un forte piacere che corre lungo il clitoride per poi infilarsi nella vagina. Ha voglia, ha tanta voglia di sentire nella pancia quel gigantesco uccello che adesso si trova nella sua bocca. Si distende sul divano allargando le cosce, lo vuole dentro, ha bisogno di sentirsi riempita da quel randello di dimensioni spropositate.
Belenn, invece, si è messa a pecora perché Giuseppe sembra essere molto interessato al suo culo, che sta impastando con lussuria. Lo stringe, lo accarezza, lo bacia, come se fosse un oggetto sacro da adorare. Dopo essersi divertito a sufficienza, si ricorda che sta soltanto lavorando e non è lui che deve provare piacere. Così appoggia l’uccello sulla fica e pigia per penetrarla.
«Oh, Giuseppino, è la prima volta che mi chiavi, ma non sarà l’ultima!»
«Signora, sono qui per accontentarla. Lo vuole tutto dentro fino alle palle?» Lo chiede perché non tutte le donne riescono ad accogliere i suoi ventitré centimetri di braciola.
«Sì, dammelo!» Lui spinge. «Ah, come lo prendo! Ho la pancia piena di cazzo!»
Mariah, intanto, è a gambe larghe, con il cazzo di Franco che stantuffa nella fica. Lui va avanti così per diversi minuti finché non si rende conto che sta per farle raggiungere l’orgasmo.
«Non ancora, signora. È arrivato il momento di osare.» Con grande maestria estrae la fava e ci sputa sopra. Punta direttamente sull’ano, spingendo piano, ma deciso. Mariah non fa in tempo neanche a protestare che se lo ritrova tutto dentro il culo.
È una sensazione nuova, strana. Ha paura di avergli cacato addosso, ma non è così. Semplicemente il suo cazzo entra ed esce, non sono feci. Il movimento è ritmico, continuo e lei riprende a godere, si ficca un dito nella fica e si masturba.
«Giuseppe, vieni a darmi una mano, è il momento della doppietta, la signora è pronta», dice Franco al suo collaboratore.
Il giovane spogliarellista si stava scopando Belenn e non gli dispiaceva per niente, ma il lavoro è lavoro e obbedisce diligentemente. Si inserisce nell’orgia tra quei due corpi uniti nel coito anale e ficca il suo uccello nella passera già slargata di Mariah.
«Ah, ah. Oh!» Lei gode, ha gli occhi chiusi e non dice niente, si gusta la sua prima doppia penetrazione a cinquantasette anni, dopo quindici anni che non scopava. Belenn è felice di essere l’artefice di tutto ciò e per un attimo si gode la scena di quel groviglio di corpi, abbandonandosi ad un po’ di sgrillettamento in solitaria.
Poi si unisce anche lei all’orgia, mettendosi a sedere sulla bocca di Mariah, che è felice di ricambiare, memore della goduria che le aveva fatto provare il giorno prima. Ma la signora De Filippis non è in grado di andare avanti ancora per molto con la leccata di fica perché è vicina all’orgasmo e non capisce più niente.
«Oh, voi siete pazzi, mi fate uscire di cervello. Ah, godo, godo. Ah, Vengo! Vengo!» I corpi si muovono come degli ossessi. Lei impazzisce di piacere. Quando le cose si sono un po’ calmate, Belenn fa l’occhiolino a Franco. «Non credi che adesso sia arrivato il mio turno?» Il ballerino più anziano non aspettava di meglio. Toglie il cazzo dal buco del culo di Mariah e lo mette in quello di Belenn. «Di’ la verità, ti piace come ti faccio il culo!»
«Nessuno mi ha mai inculato meglio di te!» Mentre il randello continua ad affondare nel canale anale, si masturba freneticamente, ormai vicina all’apice del piacere. Giuseppe, nel frattempo, si rende conto che siamo quasi sul finale e continua a scopare Mariah, ritmico e instancabile. Tiene anche d’occhio l’altra coppia, pronto ad intervenire qualora ce ne sia bisogno. Sembra tutto a posto, Belenn si masturba sempre più forte col cazzo in culo ed è ormai giunta all’orgasmo.
«Scopami il culo! Continua, scopami il culo. Oddìo, godo! Godo come una troia! Eccomi, vengo, vengo!»
Ha ragione, è proprio una troia. In poche sono così disinibite senza farlo per lavoro, è una sua passione personale, le piace scopare. Adesso che è venuta si gode il post-orgasmo mentre gli uccelli proseguono nelle loro penetrazioni, senza sosta, da veri professionisti. È il momento delle sborrate. Giuseppe lo sa bene. Oggi è l’ultimo impegno della giornata, e nei precedenti quattro incontri è già venuto per ben sei volte. Per quello straordinario aveva assunto una compressa di Viagra, per non rischiare.
Franco è già in piedi che se lo mena a tutta birra, con Belenn inginocchiata a bocca aperta per accogliere il seme. Per lui è più facile, sarà al massimo alla terza della giornata. E infatti, dopo una manciata di secondi, già spruzza fuori due o tre schizzi bianchi e densi che in parte si depositano sulla lingua, e in parte vanno a sgocciolare sulle tette della puttanella.
Adesso è il turno di Giuseppe, punta il cazzo duro sul cavo orale di Mariah e se lo mena a più non posso. Passa un minuto, ne passano due. Finalmente sente arrivare l’orgasmo. «Eccomi, sborro!» Sono pochi schizzi, liquidi, trasparenti, che sgocciolano sul volto della signora in calore. Lui è esausto, lei lo guarda sorridente, materna, e accarezza dolcemente l’asta e le palle mentre l’uccello gradualmente inizia a sgonfiarsi e a farsi più flaccido.

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