Storia Di Lara

Storia Di Lara
Entri, senza se e senza ma e ti prendi di colpo tutte le mie certezze, come quella di non voler avere nulla a che fare con te. Adesso che ti ho qui davanti come posso dirti di no? Non mi dai neanche tempo di poter fare nulla che chiudi la porta e ti prendi ciò che pensi che sia tuo. Non parli, certe parole volgari non sono da te, tu la volgarità ce l’hai dentro, tu la volgarità la dimostri strappandomi i vestiti dalla pelle. Non sono loro che devono coprirmi, se non nuda devo essere vestita di te, del tuo sudore, della tua saliva, del tuo peccato. Almeno questo è quello che pensi. Sono indifesa o almeno è quello che pensi, vuoi avere il controllo su di me, vuoi che sia tua così potrai prenderti cura di me.
Mi sento Eva, piena di peccato e senza risposte, e le tue mani sono le mie foglie di fico, sui seni, sulla mia intimità bagnata, quasi si moltiplicano per coprire ogni spazio del mio corpo. Mi stuzzichi come solo tu sai fare, come ammetto nessuno ha mai fatto. Hai un potere su di me che non so descrivere.
Ti muovi, mi prendi, mi sbatti sulla prima superficie disponibile ed io mi rilasso, chiudo gli occhi e mi abbandono a te, ascolto i tuoi movimenti invece di guardare il soffitto bianco.
Mi tiri a te, il mio sedere scivola sul marmo freddo del tavolino e lascia che il tuo sesso si incastri con il mio. Poi però sei tu a muoverti, sei tu che con il tuo ritmo serrato detti il mio oscillare sulla fredda superficie. Tu che sei fuoco e mi stai incendiando. Non ho nulla da perdere, solo da vincere, solo da godere. Mi sposti come una bambolina, spalanchi le gambe e poi le chiudi senza però mai fermarti un attimo, senza darmi un secondo di tregua, neanche per prendere un respiro.
Ho perso la cognizione del tempo, dello spazio, solo noi, ci sono solo i nostri corpi che sbattono l’uno sull’altro.
Chissà chi sarà il primo dei due a raggiungere il traguardo, sei talmente sadico che saresti capace di lasciarmi sola, insoddisfatta.
Allungo una mano sulla mia intimità e con la stessa smania con cui tu mi stai fottendo io mi accarezzo portando la mia voluttà ad un livello superiore. Puoi entrare in casa, nel mio corpo e nella mia mente, ma non sul mio piacere. Non ancora.

La moglie di Antonio

“Sentivo che stavo per godere e le dissi “Anna sto per sborrare” e lei, senza scomporsi mi disse, “vieni in bocca che ti bevo e così fu, e senza lasciarlo lo..feci.” Erano anni che io ed Antonio non ci si vedeva, la nostra infanzia l’avevamo vissuta in un piccolo paese della Campania, dopo le scuole superiori, Antonio ebbe la fortuna di inserirsi nel campo del lavoro e partì per la Toscana ove tutt’ora vive con la sua famiglia, mentre io sono sempre rimasto nel nostro piccolo paese semi-cittadino dove vivo con la mia famiglia. Nel frattempo i nostri contatti si facevano sempre più radi fino ad arrivare quasi a zero. Ultimamente cambio casa e nel fare il trasloco, trovo una piccola agendina nella quale vi era il numero di telefono di Antonio e poiché dovevo recarmi in Toscana per lavoro c/o una azienda di elettrodomestici, telefonai ad Antonio, il quale, tutto contento di ospitarmi nella sua casa e di farmi conoscere la sua famiglia.-
Salutai i miei e partii per Grosseto, alla stazione mi venne incontro Antonio che quasi non riconoscevo erano circa 20 anni che non ci vedevamo ma ci sentivamo soltanto telefonicamente, e dopo aver poggiato i bagagli nel cofano dell’auto, prendemmo un drink al bar della stazione e subito dopo mi portò nella sua abitazione.-
Giunti a casa mi presentò la moglie Tiziana, una bella donna, ben curata, ma con qualche kilo in più che non guastava il fisico, anzi si può dire che faceva risaltare di più le parti intime, ed i due ragazzi Giorgio ed Anna rispettivamente di 15 e 17 anni, Anna aveva un fisico scultoreo e le forme messe in mostra per farle ammirare. Pensai quasi, quasi rimango a vita.-
La serata passò a raccontarci delle nostre cose, avventure femminili, e dei nostri cari, orami si era fatto tardi e durante la serata il ragazzo Giorgio andò subito a dormire perché stanco mentre Anna volle rimanere con noi ad ascoltare le nostre avventure-disavventure e notavo che sia Tiziana che Anna facevano a gare chi mi doveva cadere addosso, mentre Antonio rideva e scherzava come se la cosa non gli riguardasse.-
Ormai era passata la mezzanotte e Anna mi preparò il letto degli ospiti, seguita a vista dalla mamma Tiziana, e nel andare via mi diede un bacio sulle guance e mi sussurro nell’orecchio, buona notte, non dormire.
In quel momento non capii quello che voleva dire ma più tardi, a notte fonda, sentii aprire la stanza e qualcuno entrò era Anna non aveva il reggiseno ma soltanto le mutandine che si spostò appena entrata nel letto e mi disse Andrea mi piaci e questa notte vorrei averti tutto per me prima che mia mamma ti prende, io le dissi in che senso mi rispose, poi capirai, iniziò a baciarmi e scese verso il cazzo che si era indurito lo prende in bocca e senza fare rumore incomincia a succhiare ed ingoiare il cazzo per tutta la sua lunghezza , tra un leccata ed un’altra, mi disse, questa notte ti farò godere soltanto del mio culo e della mia bocca, perché io non posso ma appena mi passa il ciclo voglio sentire la tua sborra nella mia figa. Sentivo che stavo per godere e le dissi Anna sto per sborrare e lei senza scomporsi mi disse, vieni in bocca che ti bevo e così fu, e senza lasciarlo lo rifece indurire e appena sentì la consistenza mi baciò e si girò adesso fammi godere, inculami e riempimi lo sfintere. Appoggiai la cappella al buco, e aspettai che si rilassasse e con un colpo di reni la inculai, lei diede un morso al cuscino e poi iniziò a masturbarsi mentre io la penetravo sempre più velocemente fino a quando non sentii che stavo per venire e senza urlare le dissi Anna sto per riempirti e lei si tesoro fammi godere, fammi sentire quanta è calda ma non toglierti subito mi piace sentirlo sgonfiare dentro me. Godemmo insieme e rimanemmo ad accarezzarci per un bel po’ fino a quando lei mi disse Andrea, adesso devo andare, grazie.

Gli odori del sesso

la Signora rincarò la dose

Stefano

Marzia
< Magari più tardi....>
finendo la frase aprì la bocca , e cominciò a succhiare tutta la pianta

Stefano

Marzia lo fissò

lui era confuso , capì cosa la moglie voleva provare , che come lei lui voleva tradirla
< Se accetti il tuo ruolo , potrò concederti qualche piccolo strappo alla regola....>
lui rimase in silenzio , non sapeva cosa fare , il pene gli faceva male , aveva troppa voglia di godere , ma ancora non se la sentiva di cedere . Marzia lo conosceva troppo bene , sapeva che era prossimo a diventare totalmente in suo potere , guardò la Signora e disse

il sorriso delle due era malizioso e sadico , poi la donna si alzò e si diresse verso Stefano , mentre Marzia si mise in piedi ad osservare il marito .
La Signora si distese sul letto , mettendo i piedi sopra il petto di lui, erano caldi , sudati ed appiccicosi , lentamente salirono , un afrore invase le narici di Stefano , e quando li ebbe sotto il naso , cominciò ad annusare , il loro odore lo mandò in estasi , forse era quasi meglio di quello della moglie , ma non lo disse .
La Signora cominciò a spingere le piante sulle labbra di Stefano , che da bravo schiavo guardò la moglie , in attesa di un cenno di consenso
< Se vorrai leccarle i piedi , sai cosa devi fare???accetti??>
lui era completamente sfinito , non aveva più forze per res****re

Marzia pienamente soddisfatta con sguardo malizioso fece si col capo , dando il consenso al marito , e lui aprì subito la bocca e si deliziò di quelle piante saporite , molto intense , classico sapore di sudore misto al cuoio degli stivali . Marzia si avvicinò a Stefano e si sedette sul letto , mentre osservava suo marito intento a leccare e succhiare i piedi della Signora , afferrò il pene , che mai era stato così eretto , e lentamente lo scappellò

lui come ipnotizzato

il suo schiavo meritava una ricompensa .
Anche lei si distese sul letto , e mise anche i suoi piedi sul volto di Stefano , il quale pensava di sognare , quattro piedi puzzolenti sul suo volto , quattro piante da annusare e leccare , solo per lui , era felice di aver accettato il suo ruolo , non gli importava se la moglie avesse avuto 1000 amanti , in fondo lui capì che ne traeva eccitazione , dovette per l’ennesima volta riconoscere che la sua Divina aveva sempre ragione .
Mentre leccava ed annusava tutti e quattro i piedi , le due donne cominciarono a giocare con il suo pene , lo toccavano , lo palpavano , lo scappellavano , poi gli accarezzavano il glande , stava per esplodere . Dopo un piccolo gesto di intesa le due malvage si fermarono , e Marzia disse
< Potremmo fermarci , o portarti al piacere , ora voglio per l'ultima volta sapere se sei veramente convinto , e se posso considerarti il mio schiavo cornuto..!!??>
Stefano non aveva scelta , e non aveva intenzione di deludere la sua Divina

Marzia fu convinta dal marito , guardò la sua amica e disse la Signora

Marzia

la Signora

Marzia sorridendo
< Ne sono convinta...>
mentre le due si spostarono Stefano ebbe ancora un senso di gelosia , pur non sapendo cosa gli stessero per fare , il pensiero che l’avevano già fatto ad un altro uomo non gli piaceva , ma si sforzò di accettare, ormai sarebbe stata la sua permanente condizione .
Marzia e la Signora si misero una difronte all’altra con il bacino di Stefano tra loro due , alzarono i piedi e con grande maestria comiciarono a masturbare l’uomo a quattro piedi .
Era bellissimo per Stefano , sentire il suo pene toccato da quattro piante , vedere i piedi che si intrecciavano sinuosi su di lui , vedere e sentire le dita solleticargli i testicoli , vedere le due donne che lo fissavano austere e maligne , era il sogno di una vita . Non resisteva più , il massimo lo raggiunse quando la pianta destra di sua moglie schiacciò il suo pene contro la pianta sinistra della Signora , le due muovendosi all’unisono cominciarono a scappellarlo lentamente , erano perfettamente sincronizzate , le dita gli solleticavano la punta , sentiva sulla pella il sudore delle due piante , sentiva il pene schiacciato , era sublime .
Dopo poco un getto prepotente di sperma schizzò verso l’alto , sembrava un pozzo di petrolio , l’eiaculazione di Stefano fu abbondante e poderosa , e non riuscì a trattenere le grida di piacere

le due donne non si fermarono , lo sperma ricopriva i loro piedi , e anche quando ormai Stefano era completamente vuoto , le due coninuavano a masturbarlo .
Le due sembravano molto esperte , ed abituate a certe pratiche , insieme misero i piedi sporchi di sperma sul viso di Stefano , e Marzia ordinò lui senza obiettare cominciò a leccare i piedi delle due donne , ripulendo completamente il suo sperma , la sua mente ormai era completamente annichilita , capì che era come un pupazzo nelle mani della moglie .
Rimase per un pò solo , Marzia aveva accompagnato alla porta la Signora , ebbe modo di ripensare a tutta la situazione , ancora non accettava a pieno il suo nuovo ruolo , ma sapeva di non avere alternativa , ed era fiducioso , che ne avrebbe tratto un forte eccitamento .
Marzia lo liberò , delle fitte di dolore attraversarono tutto il corpo di Stefano , ormai braccia e gambe erano completamente intorpidite , si rannicchiò in posizione fetale , la moglie lo guardò e per nulla impietosita disse

Stefano con un filo di voce:
la soddisfazione di Marzia era alle stelle

Una adolescente mi spompina

Ha accettato di farlo, però al buio. Peccato: mi sarebbe piaciuto guardare il suo visino di bimbetta stravolgersi, mentre me lo succhiava. E’ poco più d’una bambina, 14 anni appena compiuti, tettine appena accennate, magrolina, ma con tanta voglia di fare esperienza. Non ancora scopare, perché non si sente pronta ed ha un po’ di paura, ma altre cose desidera farle, come baciarsi con le lingue, farsi toccare la fighetta, farsi leccare un po’ dappertutto e…fare un pompino, cominciare con la bocca ad avere il primo approccio col cazzo.
Ecco, siamo al buio come ha voluto. Per facilitarle il compito, mi sono mezzo denudato. La sento muoversi nell’oscurità, palparmi la cappella, afferrarmi il tarello, già in erezione, e masturbarmelo, come a prepararselo. La lasciò fare: ha una manina delicata, calda e soffice, anche se un tantino incerta, ma avrà tempo per perfezionarsi. Adesso dev’essere solo un’allieva diligente e disponibile. Al solo pensiero del suo tocco leggero, già le verrei addosso, ma attendo il meglio. Lentamente provo ad avvicinarle al viso la punta del cazzo, a sfiorarle le labbra. Allora finisce di menarmelo e sta immobile come in attesa. Struscio il cazzo sulla bocca e le guance, arrivo fino alla fronte, poi discendo giù per il naso e premo contro le labbra, spingo con forza lieve per entrarle dentro e la stimolo con le parole: “Dai, sarai bravissima. Ne sono sicuro!”. Si apre, piano, come la corolla del fiore, percepisco l’alito caldo. La penetrò con gentilezza, avverto la superficie della lingua, mimo un po’ il coito. La sua corolla si chiude intorno all’asta ed allora inizia il rituale. La mano lo riafferra e lo accompagna nel movimento della testolina avanti e indietro. La sento gorgogliare come se avesse l’acquolina. So che non durerà molto il pompino: lei mi eccita, ma cerco di resisterle, perché è meravigliosa la sensazione che mi dona. E’ bravina, non c’è che dire: ce la mette tutta, tenendo conto che sono le sue prime esperienze.
Ora devo decidere come venire: se dentro o sul faccino. Non è una decisione facile, ma non mi trovo dinanzi ad una donna esperta. Voglio andarci sul soft, almeno fino a quando non è diventata più scafata. Le lancio l’avviso: “Vengo!”. Percepisco un ritmo più veloce: sì, sto per venire. Le avvicino la testa al mio ventre: voglio che se lo senta fin nella gola, almeno per un istante, giusto per non provocarle il vomito. Poi sono lesto a fuoriuscire ed esplodere. Accendo la luce. Il visetto è tutto lordato di candido seme e di spuma intorno alle labbra. E’ lì ad osservarmi felice della mia gioia. L’aiuto a sollevarsi, la pulisco alla meglio, le accarezzo i capelli e me la bacio teneramente, la mia deliziosa adolescente…

I collant di mia madre

Quel giorno ero rientrato a casa prima del previsto, le lezioni erano finite in anticipo, quest’anno, con la maturità, i professori ci lasciano più liberi.
Evidentemente non feci rumore perché, quando entrai in salotto vidi la scena più eccitante e sconvolgente della mia vita: mia madre comodamente accovacciata in poltrona, seminuda con indosso solo un paio di collant, dentro i quali la sua mano, proprio in mezzo alle gambe, si muoveva ritmicamente.
Aveva gli occhi socchiusi e, notai per la prima volta, che era proprio una bella donna. Avrei dovuto far finta di niente e, senza far rumore, allontanarmi; ma non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella scena imbarazzante ed eccitante insieme.
“Ciccio sei qui?” era sorpresa ma niente affatto imbarazzata “è molto che sei arrivato?” La sua mano era sempre dentro i collant, ferma però.
“Non sai che non si spiano le signore” mi guardava con un sorrisetto malizioso “specie quando fanno certe cose”
“Mi dispiace… Non sapevo…” non riuscivo ad inventare niente di sensato.
“Dai non fare così, non è successo niente di che. Davo libero sfogo alle mie voglie, come fai tu del resto.”
“Ma mamma che dici…”
“Dai Ciccio so bene cosa fai quando ti chiudi in camera tua. Non c’è niente di male sai lo fanno tutti, e poi mica puoi andare in giro con la patta dei pantaloni che ti scoppia, come adesso” il suo sguardo era fisso all’altezza del mio uccello che solo adesso mi rendevo conto che stava per esplodere.
Scoppiammo ridere tutti e due. “Facciamo così, io finisco quello che stavo facendo e tu, se vuoi, puoi toglierti quei jeans e dare libero sfogo al tuo uccellino”
No credevo alle mie orecchie, mia madre mi stava proponendo di masturbarmi insieme con lei. Non stetti a pensarci due volte, mi sfilai pantaloni e boxer insieme e cominciai massaggiarmi l’uccello. Lei sorridendo ricominciò a muovere la sua mano ed in breve fummo preda dell’orgasmo.
Quando ci fummo ripresi ci rimettemmo in ordine alla meno peggio. Mia madre si accese una sigaretta e n’offrì una anche a me. “Tanto lo so che fumi” la presi con un sorrisetto complice ricambiato da mia madre.
Mentre fumavamo mi soffermai ad osservarla meglio, sì era proprio una gran figa.
“Perché i collant?” le chiesi all’improvviso
“Perchè cosa?”
“Sì i collant. Perché li hai addosso. Non stavi più comoda senza?”
“Perché mi piacciono, li porto sempre senza slip, mi piace il contatto del nylon sulla pelle, specie nelle parti più sensibili. Mi procurano un’eccitazione continua, poi quando non ne posso più… beh l’hai visto…”
“Non l’avrei mai immaginato”
“Uh sono tante le cose che non immagini”.
Quella sera, mentre mi preparavo per andare a letto, venne in camera mia e mi getto un paio di collant sul letto.
“Tieni, ti faccio un piccolo regalo. Sono quelli che indossavo oggi. Prova a strofinarli sulle tue parti delicate, vedrai che ti piacerà.”
Presi i collant e me li portai al viso, erano ancora umidi, il ricordo di quanto successo nel pomeriggio mi procurò un’erezione. Mi spogliai e mi sdraiai sul letto, presi i collant e iniziai a sfiorarmi delicatamente. Il contatto del nylon sulla pelle mi provocava brividi di piacere, quando non ce la feci più a resistere li avvolsi intorno all’uccello e cominciai a menarmelo furiosamente.
Non parlammo più dell’accaduto anche se io continuavo a pensarci continuamente, oltretutto mia madre girava per casa con solo i collant e una camicia semi sbottonata. Una sera, eravamo seduti uno di fronte all’altro in salotto, mia madre ritornò sull’argomento.
“Hai fatto buon uso del mio regalino?”
“Si, l’ho apprezzato molto. Avevi ragione sull’effetto che ha il nylon sulla pelle, specie in certe zone…”
“Dai raccontami cosa hai fatto”
Le raccontai per filo e per segno le mie prodezze e mentre le raccontavo sentivo indurirsi l’uccello. Sapevo che la cosa non sarebbe sfuggita a mia madre e, infatti, poco dopo il suo piede si appoggiò sulla patta dei pantaloni e inizio un massaggio lento ed inequivocabile.
Mi slacciai i pantaloni e lo tirai fuori, il suo piede allora iniziò a giocare con la punta infuocata accelerando e diminuendo il ritmo finché non fui travolto dall’orgasmo allora, il suo piede lo schiacciò con forza contro la pancia facendo schizzare fuori lo sperma in lunghi fiotti.
“Bene Ciccio” fece mia madre “domani pomeriggio non pendere impegni, devi accompagnarmi in un posto.”
“Dove dobbiamo andare?”
“Vedrai domani” mi rispose alzandosi e dopo avermi baciato sulle labbra se n’andò in camera sua.
Il giorno dopo come promesso uscimmo e andammo in centro, dopo aver girato un po’ per negozi entrammo in uno di biancheria intima.
Era un ambiente molto raffinato, un paio di clienti stavano curiosando fra gli articoli esposti.
Mia madre doveva essere una cliente conosciuta perché la commessa appena la vide le venne subito incontro salutandola per nome.
Mia madre si fece portare un bel campionario di calze e collant e iniziò a saggiarne la trama con evidente compiacimento.
Ne acquistò una decina di paia e prima di uscire chiese alla commessa se poteva indossarne un paio. Ci dirigemmo verso uno stanzino prova.
“Resta qui fuori di guardia” mi chiese mia madre entrando e tirando la tenda. Non credo che fu per caso che lasciasse un ampio spiraglio che mi permetteva di vedere cosa tesse facendo.
Si sfilò la gonna, notai subito che non portava mutandine, si sfilò i collant lentamente, poi scelse con cura quale indossare e lo fece molto lentamente facendo aderire con cura il nylon in mezzo alle gambe.
Mentre si rivestiva la mia erezione, otre che evidente stava diventando dolorosa, l’uccello premeva contro i jeans.
Ero eccitato ed imbarazzato, sapevo che la commessa non avrebbe potuto fare ameno di notare il mio stato, infatti, mentre mia madre pagava e salutava mi guardò divertita.
“Sbrighiamoci ad andare a casa” supplicai mia madre “non resisto un minuto di più”.
“Già, ho notato come mi spiavi e l’effetto che ti fatto” mi rispose divertita.
Una volta a casa mi sbottonai i pantaloni e stavo per toglierli quando mi madre mi chiamò in camera sua.
“Voglio che provi una cosa” mi disse.
“Cos’hai in mente?”
“Infilati questi” disse porgendomi un paio di collant.
“Ma mamma… Ma sono da donna…”
“Scemo. Certo che sono da donna, ma mica devi andarci in giro. Voglio solo farti sentire che sensazione si prova ad averli indosso”
Mi lasciai convincere. Mi spogliai e con il suo aiuto infilai i collant.
Erano molto stretti e provai una sensazione molto strana, i maneggiamenti di mia madre per infilarli mi avevano riacutizzato l’erezione. Ora il mio uccello era compresso dentro una gabbia di nylon.
“Ora alzati e comincia a camminare”. Mi alzai dal letto e feci alcuni passi, il tessuto aderente mi massaggiava l’uccello, era un massaggio leggero ma continuo. Avevo una voglia pazza di agguantare l’uccello e porre fine a quella tortura, ma mia madre mi predette. “Non ti toccare, lascia che l’eccitazione cresca fino al limite massimo”.
Resistetti altri cinque minuti poi non ce la feci più “Basta. Devo venire, non resisto più” dissi cercando di sfilarmi i collant.
“Aspetta faccio io” mi disse inginocchiandosi di fronte a me, fece aderire bene il tessuto al mio uccello e iniziò a leccarlo e mordicchiarlo fino a che un fiume di sperma inondò la mia pancia e la sua bocca.
Per poco non persi i sensi, Mi adagia sul letto mentre mia madre mi sfilava i collant.
“Questi li tengo io” mi disse “In ricordo di questo pomeriggio”.
Ero sfinito e per la prima volta vi venne da pensare a com’era cambiato il rapporto fra me e mia madre in poco più di una settimana.
Non riuscivo a credere che saremmo arrivati a questo punto, non sapevo neanche se fosse giusto o no, Eravamo governati dalla libidine, il confine tra bene e male era completamente saltato. Ero ossessionato da una sola idea: scoparmi mia madre. Una parte di me era spaventata dalla cosa ma l’altra, quella che ormai governava i nostri rapporti, era più che decisa a farlo.
Persi ogni scrupolo dopo che mia madre con la scusa di avere un mio consiglio su non so più quale abbinamento mi portò in camera e, con indosso i soli collant, cominciò a sculettarmi attorno. Persi ogni remora, mi spogliai e coll’uccello bene in erezione l’abbracciai da dietro.
“Ciccio, cosa fai?… Non puoi più resistere?…”
“Ti voglio mamma”
“Questo l’ho capito, ma non come vorresti tu” Si girò verso di me e mi baciò sulle labbra, con la mano intanto aveva afferrato il mio membro e se lo era fatto scivolare fra le gambe.
Sentivo la sua figa bagnata sotto il nylon fra le contrazioni dei muscoli delle sue cosce, le afferrai un capezzolo con i denti facendola urlare non so se di dolore o di piacere o tutt’e due.
I nostri movimenti divennero frenetici fino a che non le inondai le gambe di sperma.
Ero felice e frustrato nello stesso tempo, era stato bello ma non ero appagato, volevo averla alla mia mercé, volevo scoparla ad ogni costo.
Decisi di tentare il tutto per tutto, e una sera entrai in camera sua, come immaginavo era sul letto nella solita tenuta, mi sedetti accanto a lei, ci guardammo negli occhi.
“Questa volta voglio proporti io un gioco” le dissi
“Cosa avresti in mente” era eccitata, si capiva dal tono della voce.
“Stai a vedere” dissi prendendo dei collant dal cassetto.
Le presi una mano e con un collant la legai ad una sbarra del letto, poi legai l’altra mano.
Era in balia delle mie voglie, mi spogliai, le afferrai un capezzolo con le dita mentre con l’altra mano l’accarezzavo in mezzo alle gambe.
Si contorceva di piacere, i suoi umori avevano reso il collant morbido e scivoloso.
Tuffai la mia bocca fra le sue gambe, la mia lingua cercava il suo clitoride e le spingeva il nylon dentro la figa. Afferrai una sporgenza della cucitura dei collant con i denti e li lacerai, adesso la mia lingua era a diretto contatto con la sua pelle, sentivo tutto il suo sapore nella mia bocca.
MI tirai su e, guardandola dritta negli occhi glielo infiali dentro mentre i suoi talloni martellavano i miei glutei accelerando il ritmo fino all’orgasmo.
Mi accasciai su di lei finalmente felice.
“Ciccio sei stato fantastico” mi sussurrò all’orecchio “Ora scioglimi e la prossima volta sarò io a legare te “.

La scoperta dei cinema porno

Finalmente ero maggiorenne. Finalmente avevo una ragazza con cui fare sesso. E l’amavo pure. Contavo di ridurre notevolmente il numero di seghe che mi facevo. E invece. Mi accorsi dopo poco tempo che ci stavo insieme che il sesso che mi somministrava era totalmente insufficiente ai miei bisogni. Avevo sempre e comunque una fame di sesso terribile. Forse non era la ragazza giusta? Forse…ma incredibilmente l’amavo. E non la volevo tradire.

Con lei si scopava una, forse due, volte al mese. Una volta non poteva, una volta non le andava, una volta era triste, una volta non c’era il posto giusto. E io tutte le volte che tornavo a casa dopo essere uscito con lei avevo un gran mal di palle che in nessuna maniera riuscivo a placare. Ma l’amavo.

E anche quella sera qualcosa in lei non andava. Tanto che neanche alle nove di sera preferì tornare a casa. Era stanca, non si sentiva bene …e così via. Ed io che avevo organizzato tutto per una serata di sesso fantastica. E invece…niente.

Così, cominciai a camminare in preda ai pensieri per le vie del centro cittadino. Serata di merda. Freddo boia e pioggia battente. Che ci faccio a giro per le strade deserte? Non volevo tornare a casa. Mi sarei solo ed esclusivamente ammazzato di seghe su qualche giornalino porno. Ma avevo bisogno di qualcosa di più. Sognavo di incontri da sogno, sconosciute disinibite e bellissime, incontri casuali. Ma le strade erano davvero deserte quella sera.

Camminando camminando, passai vicino ad un cinema porno. Lì ci ero stato 2 o 3 volte in compagnia di amici. Avevamo fatto un casino !!! Urla, battute, risate…senza neanche renderci bene conto di quello che succedeva intorno a noi. E così con questa inconsapevolezza entrai un po’ tremante all’interno del cinema. La cassiera annoiatissima strappò il biglietto senza neanche chiedermi il documento come invece aveva fatto le volte precedenti con mio enorme imbarazzo. All’epoca ero davvero un ragazzino senza neanche un filo di barba in vista. Presi il biglietto, e entrai sollevando la pesante tenda che sperava l’atrio dalla sala di proiezione. Buio. Ma buio davvero. Non riuscivo neanche a muovermi da quanto era buio. Solamente la proiezione del film rischiarava a malapena la sala. Individuavo poche teste di spettatori che fumavano. Odore di fumo pesantissimo invadeva la sala. A tastoni individuai una fila di seggiolini, probabilmente era l’ultima. Urtando un paio di persone chiesi scusa. Mi misi finalmente a sedere. Il pompino che l’attrice stava facendo era fantastico e il mio cazzo immediatamente prese vita. Contavo di eccitarmi un po’ e poi andare magari nei bagni a finire.

L’abitudine al buio piano piano mi fece capire dov’ero…e soprattutto cosa succedeva in sala. Ma non feci neanche in tempo a realizzare che, uno da destra ed un altro da sinistra, due uomini di mezz’età si sedettero sulle sedie accanto alle mie ed un altro mi si piazzo in piedi alle spalle. “Ooops….che succede? Che cazzo vogliono questi?” questo mi chiesi. E in un lampo mi resi conto che tutti quanti avevano il cazzo fuori dai pantaloni e ben in tiro. Come provai a muovermi un paio di mani mi avevano già abbrancato il cazzo…mentre quello di dietro mi aveva appoggiato un tronco di cazzo duro e scappellato sulla mia spalla. Provai a divincolarmi dalla presa obiettando qualcosa…ma è difficilissimo resistere a 3 uomini eccitati…soprattutto quando anche tu sei eccitato. E così le mani di uno dei due che avevo a fianco mi avevano già aperto i pantaloni ed estratto l’uccello mentre il secondo mi aveva preso la mano e fatto afferrare il suo uccello…il terzo si limitava a masturbarsi strusciando il suo cazzo a lato del mio viso.

I miei pantaloni e le mutande ormai erano a terra, il giubbotto e la camicia completamente aperti, e mi ritrovavo seduto completamente nudo, con quello alla mia destra che mi stava leccando le palle, con quello di sinistra che mi leccava i capezzoli mentre tratteneva la mia mano sul suo uccello e con quello alle spalle che si faceva sempre più spavaldo arrivando a strusciare la cappella sulle mie labbra. Non opponevo resistenza. Ero travolto totalmente dagli eventi. Ero come ubriaco di odori, umori. Disposto a tutto. Stavo davvero godendo un full immersion di sesso estremo.

Ad un tratto, tutti quanti si staccarono da me. Rimasi come inebetito. Luci in sala. Cazzo…ero nudo. E non sapevo come fare. Vidi i tre amiconi perfettamente ricomposti, con un leggero sorrisino sulle loro labbra. Mi guardavano. Provai goffamente, senza farmi troppo notare dagli altri spettatori, a ricompormi. Passarono di lì invece altri che mi guardavano ormai nudo. E le occhiate che mi lanciavano erano di libidine assoluta. Infatti, appena le luci si spensero nuovamente, nuovi, e ancor più sfacciati personaggi nell’ombra apparvero accanto a noi. Uno nuovo, si piazzò accanto a quello che stava alle mie spalle salutandolo (…quindi si conoscevano) ed estrasse un super cazzo eretto e scappellato, cominciando la stessa manovra di strusciamento sul mio viso. Due si piazzarono al lato della fila, ed aprendo il cappotto esibirono i loro uccelli eretti.

Ricominciarono le manovre sul mio corpo. Devo dire la verità. Avevo paura. Volevo andare via. Dire di no!!! Non ero mai stato con un uomo. Figuriamoci con sei !!! Tutti allungavano le mani, le bocche. Fino a quando l’ultimo arrivato non mi prese per la testa ed appunto il super cazzo alla mia bocca. Provai a resistere…ma poi sopraffatto dall’eccitazione aprii la bocca. Fu il mio primo pompino. Gli altri, vedendo che ero disponibile a prenderlo in bocca, smisero di sollecitarmi come stavano facendo, e facendo capannello intorno a me mi piazzarono i loro cazzi vicinissimi al viso. Mi sentivo veramente sopraffatto dagli eventi. Non sapevo come reagire se non succhiando a turno il cazzo che mi veniva proposto alle labbra. Ad un certo punto, per facilitare le operazioni, sentii un sacco di mani che mi sollevavano dalla sedia e che mi ponevano a pecorina con la testa rivolta all’indietro rispetto allo schermo. Mi trovai di fronte ai quattro che mi pompavano a turno in bocca, mentre altri due cominciarono a toccarmi il culo, anche penetrandolo con le dita, fino a quando uno dei due (non so chi fosse) cominciò a leccarmi il buchetto provocandomi uno stadio di godimento mai provato prima. Intanto i quattro davanti cominciavano a godere. Uno mi sfilò il cazzo dalla bocca, e girandosi gentilmente di lato schizzò, un altro vedendo la scena finì masturbandosi da solo. Intanto quello dietro mi stava facendo provare il paradiso. Correva con la lingua in su in giù dal culo fino alla punta della cappella che stava per esplodere. Avevo perso ogni forma di coscienza. L’uomo dal super cazzo prese l’iniziativa, si piazzò davanti a me, mi prese per la testa e cominciò a scoparmi in bocca in maniera molto profonda. Credevo quasi di soffocare. Quello che era accanto a lui, meno gentilmente del precedente che era venuto, mi appoggiò la cappella turgida al viso e mollò una serie di schizzi che mi fece quasi incazzare. Stavo quasi per reagire, quando le forti mani di quello che mi stava scopando in bocca mi trattennero. Ero bloccato davanti e di dietro. Mi riempì la bocca di sperma fino a soffocare mentre quello dietro appoggiando il suo cazzo al culo mi bagnò di sperma. In un attimo tutto fu finito. E come erano apparsi scomparvero verso l’uscita riabbottonandosi i pantaloni. Ero rimasto lì…a pecorina….sporco di sperma…che sputavo e cercavo disperatamente di pulirmi da quello che reputavo uno schifo. Mi avevano trattato davvero come una troia…

In un angolo del cinema era rimasto il sesto…che si stava masturbando per conto suo….mentre mi guardava. Mentre cercavo di recuperare la posizione e la calma mi si avvicinò. “Posso?” mi chiese…lo guardai quasi con odio. Avevo il cazzo completamente ricoperto di saliva…mi faceva quasi schifo toccarlo. Ma era in piena erezione. Si mise a sedere accanto a me. Gentilmente. Mi offrì un pacchetto intero di fazzolettini profumati. Cercai di ripulirmi dappertutto. Dopo che mi ero ripulito e anche calmato, l’unica presenza gentile di quel cinema mi chiese: “E’ la prima volta che vieni qui, vero?”. Annuii. Non avevo voglia di parlare. Passarono diversi minuti in silenzio. “Posso farti venire?” mi chiese. Onestamente la voglia mi stava passando. Avevo vissuto qualcosa di veramente estremo e non avevo voglia di andare oltre. Ma la riacquistata calma, la visione del film, l’approccio gentile di questa persona mi fece riacquisire in breve tempo l’eccitazione. Cominciò a toccarmi delicatamente. Lo tirò fuori e, chinando la testa sul mio cazzo, lo ingoiò. Fu un pompino lentissimo. Fatto di affondi, risucchi, colpi di lingua. Ora me ne stavo sereno a godermi la visione del film, con una bocca fantastica che delicatamente mi stava davvero facendo godere. Quando sentii che stavo per venire, glielo feci presente e per tutta risposta lui ingoiò fino in fondo il mio cazzo tanto da sentire le sue labbra sui peli pubici. Mollai una sborrata clamorosa tanto che non riuscii a soffocare i lamenti di goduria. Una volta finito i tremori dello spasmo del piacere, mi dette altri fazzolettini per pulirmi. “Vedrai che la prossima volta che torni qui non ti succederà tutto questo….almeno che tu non lo voglia. Ma non credo. Quello che ti hanno fatto lo fanno ai nuovi…si capisce subito se uno è un giovincello inesperto. Appena ti abbiamo visto entrare in sala ci siamo detti che stasera ci saremmo divertiti…ah ah ah”.
Quando tornai le volte successive infatti l’approccio fu molto diverso e mai più sono stato trattato come una troia.

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