Clienti particolari – L’uomo dei piercings.

Babes

Clienti particolari – L’uomo dei piercings.
In questo e nei successivi capitoli del racconto delle mie esperienze da escort transex voglio riportare alcuni tra i molti incontri che ho avuto con clienti un po’ fuori dal comune. Sono incontri che ho trovato alquanto singolari, vuoi per la particolarità delle prestazioni richieste, vuoi per le caratteristiche fisiche dei clienti stessi. Di seguito riporterò fedelmente, per quanto la mia memoria mi consente (sono fatti di alcuni anni fa), quanto accaduto in ciascun episodio.

E’ stata una giornata noiosa. Appena qualche telefonata di potenziali clienti ma sono quasi le 22.00 e non si è presentato nessuno. Sarà anche perché oramai siamo ad agosto e la città si è andata svuotando, ma di clienti se ne vedono pochini, di questi giorni. Avevo sperato di concludere di più, magari con i mariti che restano in città mentre le mogli sono al mare, ma evidentemente non funziona così. Se lo avessi saputo me ne sarei andata in vacanza pure io.

Fa caldo e il ventilatore che uso per smuovere l’aria del mio appartamentino non riesce ad attenuare di molto la sensazione di afa. Mi riprometto di farmi installare l’aria condizionata, per la prossima estate. Sempre se sarò ancora qui. Oggi poi ho avuto la brillante idea di indossare un corpetto di raso con reggicalze incorporato, per cui indosso anche un paio di calze che, per quanto velate possano essere, sono sempre un’ulteriore causa di disagio termico. Tolgo il babydoll trasparente che di solito ho indosso prima di aprire la porta ai clienti, calcio via il comodissimo paio di mules tacco 12, ma la cosa non migliora di molto.

Vabbè, fanculo! Mi spoglio e mi strucco, tanto non arriva più nessuno …magari mi sparo pure un bel porno mentre mi faccio una ricca sega e poi via: doccia rinfrescante e a nanna!

Intenta in queste profonde riflessioni, appena staccata la prima calza dai gancetti della guepiere… BZZZZ! Il citofono!
“Siii?” Faccio con voce roca e seducente.
“Ci siamo sentiti prima al telefono… sei Monique, vero?”

Direi che “prima” è un eufemismo… l’ ultima chiamata la ho ricevuta stamattina e questo si presenta alle dieci di sera!
Vabbè meglio così, almeno qualche soldo oggi entra…

“Scendi le scale, interno1”

Non ho tempo per fissare nuovamente la calza, per cui la sfilo del tutto (forse con una calza si e una no non sarò il massimo, ma sempre meglio che con una calza su e una giù), indosso al volo babydoll e mules e mi posiziono con aria sexy accanto alla porta socchiusa…

Speriamo che che sia un ficaccio almeno… col culo che ho oggi mi toccherà di certo un cinquantenne panzone e sudaticcio…

E invece WOW! UN BONAZZO INCREDIBILE! Alto almeno uno e novanta (è più alto di me con tutti i tacchi), spalle larghe e vita stretta, capelli scuri ed occhi così profondi poterci cadere dentro (e se mai dovesse capitare non sentireste nemmeno la minima rimostranza da parte mia). Completano il quadro un’abbronzatura da surfista californiano e un pacco così voluminoso da risultare evidente nonostante i calzoni non attillati che indossa.

Devo essere rimasta assorta in adorazione, perché per riscuotermi e farmi spostare dalla porta, l’abbronzato adone è costretto a rivolgermi un alquanto imbarazzato:

“Ehmm… che faccio… posso entrare o è troppo tardi?”

“Maaa preegoo, entra pure… nemmeno mi ero nemmeno accorta che fosse già buio, figurati…”

Entra, richiudo la porta e me ne rimango lì a guardarmelo estaticamente a bocca aperta, poi, più che altro per evitare di sbavare apertamente, gli rivolgo la classica domanda per i clienti alla prima volta qui, esibendo un ampio sorriso di benvenuto:

“Innanzitutto piacere di conoscerti. Posso sapere cosa volevi fare e per quanto tempo?”

“Mah… pensavo ad una cosa normale, tanto per cominciare, poi magari se mi viene in mente qualcosa in più te lo dico… Avevo in mente un’oretta comunque… ah un’altra cosa… ti dispiace se sono solo attivo con te?”

Se mi dispiaaaceee? Ma questa è musica per le mie orecchie, altro che dispiacermi! Stavo già cominciando a preoccuparmi che dopo la visione di tutto questo ben di dio mi potesse chiedere anche lui prestazioni da top…

“Certo che no… come preferisci tu, tranquillo”, faccio io con nonchalance. Lui appare sollevato.

“Meno male… sai è la mia prima volta con una trans e non vorrei fare figuracce… non so bene come funziona”

Gli faccio un prezzo speciale perché è la sua prima volta.

Ok, magari anche un po’ perché è un figo della Madonna.

Inizio a spogliarlo, apprezzandone fisico statuario e definizione dei muscoli,  noto che ha piercings ai capezzoli e all’ombelico, ma soprattutto ho la conferma che il suo pacco è davvero enorme. I boxer elastici che indossa fanno fatica a contenere una massa davvero imponente. Glieli abbasso lentamente e noto altre due cose: la prima è che la sua abbronzatura è assolutamente integrale, dato che non ha alcuna porzione di epidermide più chiara, la seconda è che, se pur vero che le dimensioni di asta e testicoli sono più che ragguardevoli, l’effetto “dilatazione dei boxer” è dovuto soprattutto all’enorme quantità di ferraglia applicata ai suoi organi genitali: ha almeno una dozzina di anellini d’acciaio allo scroto, barbels lungo tutta la lunghezza dell’asta, un prince Albert di grosso spessore in punta alla cappella e, soprattutto, talmente tanti grossi anelli di acciaio attorno alla base dei testicoli che, allungando lo scroto stesso, rendono la distanza tra cazzo e coglioni quasi pari a quella del suo cazzo a riposo. Non posso fare a meno di soppesare il tutto con la mano emettendo un:

“Wow…”

“Ti piace?” fa lui con tono tra il compiaciuto e l’incerto.

“E’ fantastico…” rispondo io in piena sincerità.

Immediatamente dopo, però, mi viene in mente che prendere didietro una cosa del genere senza farsi male potrebbe comportare qualche problemuccio di ordine pratico, per cui aggiungo:

“…ma… pensi di toglierli prima di…”

“No no, il bello è proprio quello. Vedrai che piacerà anche a te.”

“Ehmm… ma sei sicuro che non mi faranno male?”

“Tranquilla… non si è mai lamentata nessuna, finora”

A Roma c’è un detto, sul fatto di stare tranquilli o meno, che dice Tranquillo è morto inculato, ora… non è che sia particolarmente desiderosa di fare la stessa fine, per cui mi affretto a chiedere:

“In che senso, scusa? Non hai detto che sarebbe la tua prima volta?”

“Si, certo, ma intendevo che finora non si è lamentata nessuna delle ragazze biologiche con cui sono stato”

“Ma… permettimi la domanda… a queste ragazze biologiche… dov’è che glielo hai messo? Davanti o didietro?”

“Beh… davanti, ma non credo ci sia una grande differenza…”

“Sicuro sicuro?” Faccio io poco convinta.

“Vorrà dire che se senti dolore me lo dici e io mi fermo, ok? Immagino che col mestiere che fai non sarai strettissima, dico bene?”

“No no… quello no… Ok, allora, se mi prometti di fermarti se ti dico di farlo…”

Non sono per niente convinta, ma che dovrei fare? Rinunciare? Siamo in ballo… balliamo.

Nel frattempo ho continuato a tenerglielo in mano. Deve avergli fatto un certo effetto perché si è inturgidito e ora punta diretto verso il soffitto. Devo ammettere che ha proprio un bell’aspetto: grosso, venoso, possente. Una goccia di liquido preseminale fa bella mostra di sé sulla punta violacea. Questo mi ricorda un’altra cosa che dovrei mettere in chiaro, prima di cominciare:

“Senti… lo sai che faccio solo sesso protetto, vero?”

“Lo immaginavo, certo.”

“E non è che il preservativo potrebbe rompersi, che tu sappia?”

“Non credo, non ci sono spigoli vivi, vedi? Ogni sporgenza è arrotondata”

Ok…Tralascio gli indugi e lo spingo sul letto, è un’esperienza che non ho mai fatto prima e il mio motto è sempre stato bisogna provare tutto, nella vita, prima o poi, per cui lo faccio sdraiare supino e mi struscio un po’ contro di lui per poi iniziare a lavorargli il cazzo di bocca.
Il contatto con questo corpo da dio greco mi dà la scossa, entro in modalità femmina in calore, tutte le mie perplessità passano in secondo piano rispetto alla incontenibile voglia di essere penetrata da questo Stallone Perfetto e dal suo stupendo Cazzone Accessoriato.
Glielo ho preso in bocca e devo ammettere che, nonostante debba fare un minimo di attenzione nell’evitare il contatto diretto tra i miei denti e il metallo di cui sono fatti, non è che poi la presenza dei piercings influisca più di tanto sullo svolgimento dell’azione.
Arriva il punto nel quale devo fermarmi, se voglio evitare che mi schizzi in bocca precludendo così la possibilità di continuare con la prevista penetrazione anale, per cui mi stacco a malincuore da lui assumendo una posizione a quattro zampe sul letto, offrendo lascivamente il culetto rotondo e voglioso.

Lui si alza dalla posizione supina e scende dal letto, mi abbranca per le cosce e mi tira verso di sé fino a che le mie ginocchia toccano il pavimento, mentre poggio col busto a 90° sul letto stesso. Senza che ci sia bisogno di miei suggerimenti prende una delle bustine di preservativi dal comodino su cui sono poggiate, la apre e in pochi istanti ne indossa uno, poi lo sento armeggiare con il flacone di gel lubrificante che tengo in bella mostra accanto alle confezioni di condoms. Dopo averne applicato un bel po’ al suo cazzone turgido me ne spreme un altro poco direttamente sul buchino e lo spalma con le dita tutt’attorno e dentro, poi punta la cappella, ormai di marmo, dritta al centro della mia figa anale.

“Sei pronta? Vado.”

Mmmmhhhhh… occhebbbelllo…

Sto godendomi la penetrazione attimo per attimo, la faccia poggiata contro il materasso e il culo intrappolato tra il suo bacino e il bordo del letto. Finora nessuna sensazione di sconforto se non quella abituale provocata dell’introduzione di un cazzo molto grosso, ma quella, lo so per esperienza, passa in pochi secondi. Mi rilasso.

Si piega su di me, sento il contatto dei pettorali scolpiti contro la pelle delicata della mia schiena, mi passa le braccia sotto il petto afferrandomi per le spalle con le mani, da sotto, mi tira contro di sé iniziando a pistonarmi lentamente. Sento il suo alito sul collo, sa di frutti di bosco.

I suoi muscoli perfetti si tendono con moto intermittente, ne percepisco la forza, mi abbandono a quell’onda che mi lambisce delicatamente, ma inesorabilmente. Dopo un tempo imprecisato inizio a percepire lo sfregamento dei barbels contro le soffici pareti della mia figa anale: il lubrificante si è evidentemente assorbito e comincio a provare dolore.

Inoltre il mio pisellino è scivolato oltre il bordo del letto e, assumendo una posizione verticale rispetto al pavimento, ha esposto le mie ovaie esterne (palline, se preferite) ai colpi che, ritmicamente, le SUE palle di toro, notevolmente appesantite dalla presenza dei cerchi in acciaio, infliggono dolorosamente loro ad ogni pompata. Mugolo di dolore e piacere ad ogni colpo. Nonostante tutto, non mi passa nemmeno per la testa di chiedergli di fermarsi. Sta martoriandomi il culo, ma sono al settimo cielo.

Quando viene, dentro di me, è come se sentissi un’ondata di calore pervadermi, penetrando ogni singola fibra del mio corpo. Sono venuta da un pezzo, senza bisogno di toccarmi, ma non ha importanza, l’unica cosa che conta veramente è il mio piacere di percepire il SUO piacere.

Non lo ho più rivisto né sentito da allora, ma, di tutti i clienti che ho avuto, è uno di quelli cui più spesso penso con un sorriso.

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