IRENE FINALMENTE TROIA – Terzo Giorno

Amateur

IRENE FINALMENTE TROIA – Terzo Giorno
GIORNO 3 ore 3.30

Quanti pensieri nella mia testa e immagino anche in quella di Irene, era solo Giovedì e lei mi aveva già dimostrato che avrebbe potuto vincere la scommessa,e soprattutto il mio conto in banca(non quello in comune) ed essere alla sua mercè per una settimana, dopo quello che le stavo facendo passare voleva dire l’inferno per me. Poi avevo sentimenti contrastanti, da un lato tremavo dall’eccitazione quando vedevo quello che si abbassava a fare, dall’altro avevo paura di perderla.
Mi facevo discorsi e contro discorsi da sottoporgli del tipo:
O ma ti stai rendendo conto? Ma non è che stiamo andando troppo oltre?
Ma la frenesia del gioco ci stava consumando e avevo paura di risposte del tipo:
Ma amore di che ti preoccupi io amo solo te, è solo un gioco, mica non ti ho risposto al telefono(lei sa che odio quando non mi risponde al telefono), è come se fosse attività fisica,ginnastica, palestra fatta con qualcun altro.
Mi feci coraggio e la svegliali alle tre del mattino e le chiesi:
– Amore tutto bene?
La risposta l’avete letta sopra e ci aggiunse pure:
“la verità è che stai perdendo la scommessa; quando mi decreti vincitrice?”
Quella spocchia un pò mi urtò, un pò mi invitò a ricominciare.

ore 8.30

Sveglio la mia mogliettina che aveva fatto tardi, visto che l’avevo svegliata nel cuore della notte per le mie “pippe mentali” così le aveva definite lei prima di riprendere sonno, le annuncio che avevo chiamato alla boutique per conto suo chiedendo un giorno di ferie e che avevo già accompagnato la bambina all asilo.
“Che bello, che si fa stamattina?” mi disse con aria di sfida.
“Oggi lavoriamo sulla velocità, io sto uscendo, tu hai mezz’ora di tempo per farti sorprendere a letto con uno sconosciuto” Le diedi un bacio e chiusi la porta.
“Cazzo cazzo” si mise in moto freneticamente, si preparò veloce come se dovesse timbrare un cartellino, poi indosso una vestaglia sopra la guepiere e i tacchi e scese in strada così, quasi come mamma l’aveva fatta, anzi meglio.
Non abitiamo in centro ma neanche in periferia, c’è un discreto via vai la mattina soprattutto durante la settimana, ma andavano tutti di fretta, tutti tranne uno.
Si chiamava Amedeo Rossi,questo lo scoprì dopo guardando i documenti, e prestava servizio al corpo forestale poco distante dalla nostra abitazione.
L’uomo, quella mattina in ritardo, cercava disperatamente parcheggio, e fu notato dalla mia signora, guardarsi a destra e sinistra cercando un buco libero, non avrebbe mai creduto di trovarlo in mia moglie.
Irene capì la situazione, gli fece cenno con la mano e l’uomo accostò.
L’uomo, era un trentacinquenne,sposato da dieci anni e con tre figli, militare da sempre;quindi con una libido fin sopra ai capelli anche alle otto del mattino ma che si presentò con un banale:
– Buongiorno signora mi dica
– Salve, disse mia moglie, cercavo mio marito ma credo sia già andato al lavoro, e lei?
– io sono in ritardissimo signora sto cercando parcheggio.
– O ma allora prenda il garage di mio marito venga
E così attivò l’apertura del cancello automatico.
– Prego signora salghi che mi indica il box preciso. Rispose l’acculturato forestale.
Entrati nell’area comune di seguito presero la discesa, qui quella troia di mia moglie diede il meglio di sè, approfittando della pendenza e della curva si tenne alla coscia dell’uomo che notò il gesto.
– mi scusi io ho una tal paura di questa discesa. Si giustificò, ma anche quando finì la discesa non stacco la mano dalla coscia dell’uomo anzi la massaggiava provocandogli una erezione. poi disse
– il garage è quello se vuoi entrare.
L’uomo ammutolito entrò nel garage aperto, la mia troietta capì che doveva prendere l’iniziativa, allora aprì la zip dei pantaloni dell’uomo e gli tirò fuori l’arnese,e non appena l’auto si fermò si tuffo su quel cazzo succhiandoglielo come se fosse il primo che vedeva da tempo, con somma sorpresa e gioia dell’uomo che , in un primo momento, cadde in una specie di trance,godendosi le capacità linguistiche della novella puttanella.
Ero andato via da casa da 7 minuti e mezzo ed ero già dinuovo cornuto, Irene, teneva sotto controllo l’orologio e dopo pochi minuti disse:
-dai saliamo mio marito per ora non torna.
Prese per mano l’uomo e fecero le scale di corsa e come due amanti navigati ogni tanto si fermavano a scambiarsi effusioni.
14 minuti e 42 secondi dopo la mia uscita di casa, lui era sul mio divano e lei in ginocchio gli stava succhiando il cazzo passandoselo tra le tette e la lingua.
Dopo 20 minuti parcheggio nel vialetto notando una macchina nel mio stallo, mi squilla il cellulare su whatssapp,era lei,apro l’allegato e c’è un primo piano della mia irene che spompina con smisurato impegno il cazzo di un tizio conosciuto 20 minuti prima.
Un tonfo al cuore, un pò di eccitazione mista a paura, percorro il vialetto tremando, sto per sorprendere la mia ex mogliettina perfetta a casa mia con un altro uomo.
Mille pensieri ma procedo, metto la chiave nella toppa cercando di non fare rumore, il cronometro segna 23 minuti.
Apro , sul divano dell’ingresso salone non ci sono più, ce l’ha fatta anche stavolta, in sottofondo suona Boys like you un brano rock di Leona Naess del 2001, beccato alla radio ma che sembra pennellato apposta per il momento.
Non faccio in tempo a riconoscere il brano che immediatamente dopo riconosco un urlo di piacere di mia moglie. Cazzo con me non urla così penso.
Prendo il cellulare comincio a registrare percorrendo il corridoio che mi porta alla nostra camera da letto, 15 passi fatti con una calma sovrumana, ogni passo è accompagnato dalla canzone e da gemiti di piacere sempre più forti, incalzanti, ripetuti e sempre più acuti.

This baby’s gone and boy you know it shows
This baby’s gone
Will I see you again
Questi versi ricorderò sempre vedendo mia moglie venire sul nostro letto a pecora mentre gli schiaffeggiano il culo.
Ho un attimo di esitazione, mi fermo sulla porta,
lui la prende per capelli e comincia a scoparla più forte,
lei urla con tutto la voce che ha in corpo,
non mi vedono, mi ritraggo,
torno per un attimo in cucina ma il rumore dei corpi che sbattono e le urla della mia moglie che gode a dismisura sul nostro letto mi portano a tornare un paio di volte altre;
guardo un pò ogni volta e poi mi allontano, come se stessi disturbando, come se avessi io qualcosa da nascondere.
Dopo tre volte e tre video decido di uscire, di tornare in macchina,mentre rigiro la maniglia per uscire sento lui venire.
-Dai dai; si carica lui
– si si; accompagna la mia Irene.
-Vengo Vengo; ancora lui
-non ti fermare ti prego non ti fermare. Lo incita lei.
-Sto venendo sto venendo. Finalmente lui.
– non uscire non uscire. Lo invita lei.
L’urlo finale lo sento da fuori e credo non solo io.
Prima di tornare a casa, aspetto che il forestale esca con calma, un paio di ore dopo.
Mia moglie appena mi vede mi salta addosso,mi abbraccia e mi bacia come se avesse vinto la champions, è ancora carica di adrenalina e mi dice:
“Ciauu amore miooooh, che spettacolo, hai visto la foto? ti sto stracciandoooo,”
Ricambio bacio e abbraccio, poi mi guarda e dice
“Ehi che io ti amo sai? non te lo dimenticare mai”

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